San Valentino e l’epilessia

L’epilessia ha un’antichissima storia. Un ragazzo con questa patologia, nei vangeli di Matteo e di Luca, viene guarito da Gesù, che scaccia uno spirito maligno. Inoltre, la Bibbia contiene molti riferimenti al potere di Dio sulle malattie. Si pensa che San Paolo (o meglio Saulo, come era noto prima della sua conversione) abbia  sperimentato una crisi epilettica; egli stesso ne  parla in alcune sue lettere.  La  connessione tra San Paolo e l’ epilessia in Irlanda era così nota, che  questa patologia era conosciuta proprio come malattia di San Paolo.

L’epilessia ha  una storia molto più lunga del Cristianesimo. Ne abbiamo notizia da almeno 4.000 anni, le sue manifestazioni erano invariabilmente collegate agli dei delle antiche culture. Gli Egizi, gli Indù nell’India, gli Aztechi e gli Incas in America Centrale collegavano  l’epilessia alle loro divinità.  Infatti, nei tempi antichi non c’erano spiegazioni naturali per la causa o i sintomi dell’epilessia. La condizione era quindi vista come un evento soprannaturale, in cui gli dei avevano sia il potere di infliggere questa patologia alle persone (come punizione, espiazione o sfida), sia di guarirle.

L’epilessia stessa era spesso pensata come uno spirito maligno o un demone che abitava lo sfortunato umano.  Si presumeva che il sollievo dall’epilessia fosse possibile solo invocando l’aiuto degli dei. Non sorprende, perciò,  che anche il Cristianesimo mantenga questa tradizione e colleghi l’epilessia a Dio. Nei primi tempi cristiani, quando la medicina era rudimentale e in assenza di altri trattamenti efficaci, la possibilità di un intervento divino poteva portare conforto. Nel Medioevo, poi,  molti ammalati iniziarono a rivolgersi ai Santi della Chiesa, richiedendone l’intercessione per la cura dell’epilessia e di altre pestilenze.

Nel corso dei secoli si sviluppò una sorta di “specializzazione” dei Santi, invocati per le varie malattie. All’epilessia furono dedicati addirittura 40 Santi, numero che fu superato solo dalla peste, a dimostrazione del coinvolgimento emotivo connesso al “mal caduco”. Tra i  Santi protettori dell’epilessia, il più conosciuto  è senz’altro San Valentino. Sono noti ben due San Valentino: uno vescovo a Terni, giustiziato a Roma all’età di 96 anni nel 270, e un altro, che visse in Germania, due secoli dopo. Le  leggende su questi personaggi, a partire dal IX secolo, si fusero: entrambi i luoghi d’origine, infatti,  sono diventati mete di pellegrinaggio.

Pare che il legame  con l’epilessia fosse legato  a un’assonanza fonetica, nella lingua tedesca,  tra la pronuncia “San Valentino” e quella  della parola “ caduta”, che spesso caratterizza la crisi di epilessia.

Un altro richiamo al Santo giustiziato nel 270 è quello della “perdita della testa” : Valentino fu decapitato, così come gli altri santi, quali San Giovanni Battista e San Donato, invocati anche loro come protettori delle persone con epilessia.

Da Philip Lee in Epilepsy Action